RICORDANDO BONVI
Un ricordo commosso a dieci anni dalla sua scomparsa

di Claudio Varetto,
curatore del sito www.nickcarter.it


IL "MIO" BONVI
Ho sempre avuto una grande ammirazione per Bonvi, un sentimento che è scattato, molto prima di conoscerlo immediatamente, vedendo il Nick Carter di Bonvi e De Maria in "Gulp! I fumetti in TV" nell'ormai lontano 1972.
All'epoca ero un bambino e rimasi folgorato dal tratto morbido e buffo, con le "mani a penzoloni", davvero unico, del personaggio e dalle sue storie divertenti.
In seguito mi appassionai a Cattivik, allora pubblicato da Alpe, intrigato dalle prime storie quasi mute, un po' alla Willy Coyote, dove il genio del male parlava solo con "Yuk! Yuk!", "Acc...!" e "Prfft!".
Nell'inverno del 1977, incontrai Bonvi per la prima volta a casa di De Maria; ero un ragazzino e rimasi quasi ammutolito davanti a quello che per me era, ed è rimasto, uno dei più bravi fumettisti al mondo.
Aveva un'aria severa e occhi azzurri che ti guardavano dentro, uno sguardo che ho ritrovato anni dopo solo in Hugo Pratt. E curiosamente, per chissà quali alchimie, mi ricorda molto lo sguardo vivo e profondo di Giovanni Paolo II.
Negli anni successivi ho mantenuto un rapporto più stretto con Guido De Maria, e rividi Bonvi in alcune occasioni.
L'ultima volta che l'ho visto era il 1994, durante lo spettacolo con l'entourage di Comix, in Piazza Grande a Modena. Guido De Maria era il grande mattatore della serata, istrionico come sempre si muoveva su e giù dal palco, mentre Bonvi stava seduto in un angolo buio da solo, sulle scalette nel retro del palcoscenico, con un'aria triste e malinconica. Mi fece tristezza e mi avvicinai per salutarlo.
Non immaginavo che sarebbe stato per l'ultima volta...

Quando, l'anno successivo, sentii la notizia dell'incidente dai notiziari televisivi quasi non ci credevo!

Nell'arco degli anni ho collezionato i fumetti e tutte le pubblicazioni che ho avuto l'avventura di trovare. Sono tuttora le preziose testimonianze di uno dei Maestri del fumetto e non solo italiano.
Ho attinto a questo piccolo tesoro per la realizzazione del sito di Nick Carter nel 2001, integrandolo con il materiale originale di Guido De Maria.
L'ho detto più volte, ma credo sia onesto ripeterlo, questo sito non è altro che un omaggio e un atto d'affetto verso l'arte di Bonvi. La qualità del sito deve molto a Guido De Maria, che non solo mi onora della sua paterna amicizia, ma mi ha fatto conoscere più da vicino Bonvi, di cui è stato l'amico più intimo, raccontandomi episodi, aneddoti, i mille fait divers di una quotidianità unica e irripetibile.
Attraverso Guido e le molte altre persone che per vari motivi ho incontrato nel corso di questi ultimi anni, tra cui tanti nomi noti al grande pubblico, Francesco Guccini, Valerio Massimo Manfredi, Giancarlo Governi, Silver, Clod, Massimo Bonfatti, Marco Guidi, Mauro Mattioli, Alessandra Ferro, Mariangela Villani e i figli Sofia e Francesco, Gianni Cavina, Sandro Bellei... ho ricostruito un Bonvi forse più concreto e nello stesso tempo più personale.
Certo dell'arte di Bonvi molto è stato scritto, ma ancora tanto si potrebbe dire, soprattutto da parte di coloro, come Guido o Giancarlo Governi, che ne hanno condiviso l'avventura artistica.
Anche del personaggio sono ai più noti i passaggi "epici" di quella che Governi ha definito "una vita inventata": la nascita disputata tra Parma e Modena, il presunto attacco alla Jugoslavia quando era a militare, e tanti altri.


DIECI ANNI FA
Per parte mia vorrei ritornare alle circostanze in cui dieci anni fa Bonvi se ne è andato.
Bonvi si era ritirato sulle colline imolesi e abitava in un piccolo albergo a Castel Del Rio, insieme alla sua compagna, Alessandra Ferro. Gli era vicino di stanza Magnus, nome d'arte di Roberto Raviola, altro grandissimo cartoonist, allora impegnato a lavorare sul "Texone" per Bonelli.
A Castel Del Rio abitavano e lavoravano i due artisti, facendosi compagnia a vicenda.
Nel 1995 Bonvi aveva ridisegnato le Sturmtruppen trasformandole in soldati italiani per l'agenda dell'Esercito Italiano.
Bonvi, pur disegnando la satira antimilitare più famosa nel mondo, aveva in realtà una grande passione per tutto ciò che era militare: come compenso chiese la terza stelletta da ufficiale (da tenente diventò capitano) che gli venne consegnata, durante una cerimonia ufficiale all'interno dell'Accademia Militare di Modena, insieme con un moschetto modello 91 funzionante in una custodia di legno, con tanto di dedica del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito.
Questo moschetto Bonvi lo portava sempre con sé in macchina e spesso si faceva fermare apposta dai carabinieri per potergli dire: "Ho un fucile nel baule." Si dice che allarmati andassero a controllare subito e, letta la dedica, quasi si mettessero sugli attenti.
Quindici giorni prima della sua scomparsa Bonvi decise di regalare quel moschetto, a lui tanto caro, al suo amico Guccini.
Negli stessi giorni, Bonvi si recò anche a casa dell'amico De Maria e gli affidò tutte le pellicole e le versioni rimontate delle storie di Nick Carter (quelle pubblicate sul Corriere dei Ragazzi), dicendogli che quando le avrebbe pubblicate di dare i diritti ai suoi figli. Ma la cosa che impressionò più De Maria fu quando Bonvi mise su un disco di Edith Piaff, dicendo: "Quando si sciolse la Legione Straniera i legionari marciarono per l'ultima volta lungo le strade di Algeri non al suono del loro inno 'Le Képi Blanc' bensì sulle note di questa canzone 'Non, je ne regrette rien', non rimpiango nulla." E mentre la voce pregnante di Edith Piaff cantava la canzone, Bonvi, quasi in trance, cominciò a marciare come un legionario e a tradurre il testo della canzone. Sembrava quasi un suo testamento personale...
E le stesse note di "Non, je ne regrette rien", accompagneranno il funerale di Bonvi pochi giorni dopo, proprio per volontà di De Maria, mentre scendeva una grande nevicata.

Ma veniamo all'incidente.
Magnus, purtroppo, si ammalò di tumore. Era molto grave e, come tanti fumettisti in Italia, non aveva soldi sufficienti per curarsi.
Bonvi preparò delle riproduzioni autografate di un suo nuovo personaggio, nato sulle pagine di Comix, "Blob" (uno spin-off delle Sturmtruppen), un'edizione molto curata e decise di partecipare alla trasmissione dell'amico Red Ronnie, "Roxy Bar", per vendere all'asta quei disegni e raccogliere così denaro per le cure dell'amico. Allo studio televisivo Bonvi non arrivò mai. Si perse nella notte a meno di un chilometro e, uscendo dal bar dove si era fermato a chiedere informazioni, venne travolto da un automobilista ubriaco (ironia della sorte... proprio il Bonvi, che non disdegnava l'alcool e aveva disegnato anche le etichette psichedeliche "LdS" - Lambrusco di Sorbara...).

Così se ne andò Bonvi, seguito dopo un paio di mesi dall'amico Magnus, stroncato dalla malattia.

Sicuramente nel paradiso dei fumettisti se la passeranno bene, insieme con altri grandi come Pratt e Jacovitti, ma per tutti gli appassionati di fumetti è rimasto il ricordo di quello che abbiamo avuto e di quanto abbiamo perduto. Ma davvero, nous regrettons tout.


Modena, 10 dicembre 2005


Non, Je Ne Regrette Rien

Non! Rien de rien...
Non ! Je ne regrette rien
Ni le bien qu'on m'a fait
Ni le mal tout ça m'est bien égal!

Non! Rien de rien...
Non! Je ne regrette rien...
C'est payé, balayé, oublié
Je me fous du passé!

Avec mes souvenirs
J'ai allumé le feu
Mes chagrins, mes plaisirs
Je n'ai plus besoin d'eux!

Balayés les amours
Et tous leurs trémolos
Balayés pour toujours
Je repars à zéro...

Non! Rien de rien...
Non! Je ne regrette nen...
Ni le bien, qu'on m'a fait
Ni le mal, tout ça m'est bien égal!

Non! Rien de rien...
Non! Je ne regrette rien...
Car ma vie, car mes joies
Aujourd'hui, ça commence avec toi!


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bonvi Franco Bonvicini (Bonvi)



Bonvi, Varetto e De Maria Bonvi, Varetto e De Maria - '77



Bonvi disegna Bonvi disegna Nick Carter - '73



Bonvi e De Maria nel 1969 Bonvi e De Maria - '69



Bonvi e Mattioli Bonvi e Mattioli - '69



Bonvi autoritratto con Nick Carter
Autoritratto nei panni di Jack London



Bonvi e De Maria nel 1995
De Maria e Bonvi a Comix - '95